Burrasca

BURRASCA


Si infrangono a mucchi contro la riva
le onde di un mare agitato in eterno,
quand'una si forma un'altra ne arriva,
portate al tramonto dal vento d'inverno.

Da che parte soffi non fa differenza
non serve a cambiare la sorte che avranno,
poiché nessun onda ha una propria coscienza
nessuno si tedia o si affligge del danno.

In piedi e di fronte l'immane tempesta
un uomo le osserva restando impassibile,
guardando quel mare, alzando la testa,
anche se star fermo gli appare impossibile.

Gli schizzi che arrivano sopra al suo viso
lo portano a chiudere gli occhi un istante,
quel volto bagnato, con l'animo intriso
rivolge lo sguardo ad un punto distante.

Ma in un batter d'occhio si compie il destino,
un'onda già forse delle altre più grande,
gli piega le gambe forzando un inchino,
coprendolo d'acqua nel mentre si espande.

Assiste alla scena soltanto un gabbiano
che osserva, ma con interesse un po' scarso,
poi quando si alza, volando lontano,
quell’onda ritorna, ma l’uomo è scomparso.

Sarà che un volatile possa capire
che senso ha una disperazione profonda,
in fondo un gabbiano non sa che vuol dire
non essere più sulla cresta dell'onda.